Parc Adula, No a questo contratto

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La disinformazione in merito al Parc Adula è imperante. Più ci si avvicina alla votazione, più si leggono articoli che non rispecchiano assolutamente quanto proposto nella documentazione messa a disposizione. La causa va ricercata nella cattiva informazione fatta ad arte dai responsabili del progetto che con frasi ambigue hanno da sempre voluto inculcare nei cittadini idee tendenti allo sviamento dai vari punti cardine del progetto. Già il fatto di dire che il progetto viene dal basso è da correggere. Il Consiglio d’Europa con la commissione europea del paesaggio ha gettato le basi per promuovere parchi nazionali nei vari paesi. Nel nostro Paese non ci sono parchi nazionali (in Engadina c’è una riserva) e per questo la Svizzera è stata sollecitata (leggi obbligata) a crearne. Quasi contemporaneamente si sono individuate sette zone, cinque hanno rinunciato, due in Ticino sono state disposte a discuterne. Berna coordina tutto e finanzia abbondantemente. Chi finanzia comanda, il basso, in questo caso subisce. L’ordinanza sui parchi è molto restrittiva. Quanto proposto in votazione non rispecchia le rigide restrizioni dell’ordinanza, ma presto o tardi verrà applicata, perché è anche quello che chiedono gli ambientalisti o presunti tali. Se nella nostra valle fosse stato presentato un progetto di Parc Adula con tutte le imposizioni dell’ordinanza, è certo che non sarebbe arrivato in votazione. La Charta presentata è un ibrido fatto per cercare di convincere la popolazione ad accettarla e per convincere maggiormente si insiste nel dire che fra dieci anni si potrà uscire dal Parco. La falsità di questa affermazione è da rabbrividire. Si sappia che il 27 novembre si andrà a votare un contratto, e a seguito di un eventuale SI, i Comuni saranno tenuti a inserire nei propri Piani Regolatori il vincolo del Parc Adula, compreso tutti gli oneri e intenti descritti nel contratto. Fra nove anni si rivoterà sul contratto. In caso di voto negativo si uscirà dall’Organizzazione Parc Adula. Il Piano Regolatore con inserito vincoli,  oneri e obiettivi sarà ancora valido, e da rispettare. Per togliere il vincolo dal Piano Regolatore occorre avviare una procedura come indicato nella Legge sullo Sviluppo Territoriale (LST) secondo gli articoli 25 e seguenti. È certo che ai Comuni non verrà più permesso di rimuovere quel vincolo. Per Berna, associazioni “ambientaliste”, Cantoni, ecc., il Piano Regolatore è troppo importante, e da mantenere per motivi ideologici e per motivi di immagine (Berna e Cantoni). Il Bleniese rimarrà nel Parco per sempre in balia di burocrati e fanatici della natura. Chi dice, e insiste, che bisogna provare con questo Parc Adula, inganna i convallerani, perché o si è nel Parco o si è fuori, non è possibile provare, e poi si vedrà.

Il mio parziale intervento alla serata pubblica del 19 ottobre, troncato dalla conduttrice della serata, o da qualche cenno ricevuto da chi non voleva sentire parlare di certi argomenti, era intrapreso per dimostrare alla sala quanto fosse importante e impegnativo per i Bleniesi trovarsi in un Parc Adula senza possibilità di uscita. La risposta dell’Organizzazione è stata ridicola, perché pur di ingannare i cittadini si è ricorso a proporre una postilla alle norme di piano regolatore da votare dopo il 27 di novembre, ossia dopo aver già votato l’eventuale SI. Questa trovata è stata inventata nella prima quindicina di ottobre, ossia dopo un mio scritto su un quotidiano del 28 settembre dove spiegavo dettagli di Piano Regolatore. Ma allora perché la trovata non è stata fatta prima? Si sappia che la Legge sullo Sviluppo Territoriale c’è e va rispettata. Stiamo per votare, e non studiare postille ridicole !

Il marchio per un parco che dura solo dieci anni, Berna non lo concede. Il marchio è accordato per dieci anni se l’esistenza del parco è garantita a lungo termine da misure adeguate. Questo è quanto c’è scritto. Lungo termine, in questo caso, significa per sempre. Misure adeguate, quale garanzia, significa inserimento nel Piano Regolatore. Allora, visto che promettono il marchio da subito, sanno che dal parco non si potrà più uscire. Altro che postille per ingannare il Bleniese!

È preoccupante che soldatini-camerieri vallerani e non, continuino ad affermare che il parco può durare solo dieci anni. È il contratto che dura dieci anni.

Sui 18 posti di lavoro sui 17 Comuni, in media ca. uno per Comune, in valle di Blenio, quanti e quanto dureranno, e quanti finiranno a Roveredo quale sede attuale?

I cinque milioni annui a disposizione servono per:

20%  salvaguardia e promozione della biodiversità e del paesaggio
28%  promozione dell’utilizzazione sostenibile delle risorse
7%    sensibilizzazione, educazione ambientale e svago
17%  ricerca e monitoraggio
28%  gestione, comunicazione, e garanzia territoriale

Per promuovere l’iniziativa privata e aiutare gli investitori ci saranno solo parole e fantasie, il marchio a pagamento dal dubbio valore pratico, accompagnamento, ecc..

Il turismo ventilato può esserci se ci sono alberghi, piscine, teleferiche, ristoranti in quota, ecc., non da ultimo lo spirito di accoglienza. Quando andiamo in vacanza non è forse quello che cerchiamo? Se non c’è il contorno, troppo costoso per la nostra regione, il turista va in altre località, dove trova già tutto. Inoltre, quanto è lunga la nostra stagione turistica? È inutile illudere la gente!

E inoltre bisogna sapere che il Parc Adula non può dare aiuti finanziari a progetti per i quali esistono altri aiuti finanziari, a progetti per i quali esistono altre basi giuridiche o altre fonti di finanziamento, ad esempio promozione dello smercio di prodotti agricoli, pianificazione, costruzioni e rinnovo di infrastrutture, nonché demolizione o rinnovo di infrastrutture danneggiate, non può dare prestazioni per mezzi di trasporto, acquisto e gestione, ecc.. Questo è quanto scrive Berna. L’idea che con il Parc Adula arrivano milioni è da accantonare. Se è arrivato qualche aiuto, in questi anni, è solo a scopo propagandistico.

Concludendo, in caso di SI il 27 novembre, il Bleniese consegnerà la valle a una Organizzazione e a Berna, per disporre a piacimento, senza ricevere nulla in cambio, solo parole, studi, aiuti per muretti a secco. È questo l’obiettivo dei Bleniesi?

Finora dai responsabili del Parc Adula, coadiuvati dagli accecati e annichiliti Municipi, non abbiamo mai avuto la necessaria chiarezza sugli obblighi e intenti, e la necessaria trasparenza che un progetto del genere abbisogna. Come è sviluppato il concetto di intenti del Parco? Quali saranno i costi per i Comuni per implementare i concetti, il PR, il piano del traffico, dei posteggi, ecc.? Che sacrifici potrebbero sopportare i cittadini? Sono domande legittime alle quali occorreva un approfondimento. Perfino l’art. 25 dell’Ordinanza sui Parchi  impone di garantire la partecipazione della popolazione. È stato fatto? NO.

Non ci è mai stato detto niente, è normale? Abbiamo avuto mezze verità e anche abbondanza di menzogne, e questo prima di iniziare la fase esecutiva del Parc Adula! Se tanto mi dà tanto, è da prevedere che in futuro si continui, peggiorando, in questa direzione. Il Bleniese sarà sempre zittito, in favore del Parco!

Non c’è più tempo per i cerotti, le correzioni o le postille. Bleniesi, votate decisamente NO per non finire sotto il giogo di irrispettosi delle nostre valli e della sua gente!

   

Elio Devittori, vicepresidente

Movimento NO Parc Adula